Quella mattina, all’alba, il mare era stranamente calmissimo, piatto. C’è chi afferma che si videro nell’aria luci straordinarie. Gli animali erano inquieti, si aggiravano attorno senza meta, emettendo versi di paura. I più mattinieri, uscendo di casa, avvertirono un senso di oppressione e di paura…..
Inizia così il nuovo Quaderno pubblicato dall’Associazione Emanuele Celesia, ove si racconta di uno dei fenomeni tellurici più spaventosi occorsi in Italia. Il terremoto del 23 febbraio 1887, infatti, sconvolse in modo terrificante il Ponente ligure e la Costa Azzurra, ma venne sentito in tutta l’alta Italia. Il Quaderno, dopo aver esaminato gli effetti delle tre scosse iniziali, si sofferma sui fenomeni che anticiparono il sisma, la difficile individuazione dell’epicentro, le scosse di assestamento, e i danni che testimonianze contemporanee descrissero nella Liguria di Ponente. Un capitolo è stato dedicato alla stampa, e cioè a come i quotidiani (La Stampa e il Secolo XIX) raccontarono quei giorni. Non manca un capitolo che elenca i fenomeni tellurici di una certa rilevanza che colpirono la Liguria nei secoli. Terminata la descrizione generale del terremoto del 1887, il Quaderno passa all’esame degli effetti che il sisma ha avuto a Finale Ligure: ogni borgata è presa in considerazione, con i nomi di coloro che subirono i danni e coloro che ebbero cura della popolazione e degli interventi sugli edifici, e con le strade e gli edifici che più di altri ebbero a soffrire danni.
Il Quaderno, poi, si occupa della sismicità in Italia, in Liguria e a Finale Ligure, con l’inviduazione delle zone a maggior rischio, con particolare riferimento alla zona del finalese.
In Appendice sono riportati ampi stralci di un romanzo pubblicato nell’aprile del 1887, dal titolo “Terremoto” di un romanziere francese, tal O.Rigaulnois: si tratta di un romanzo d’amore, alla moda ottocentesca, che contiene tuttavia interessanti testimonianze degli effetti del terremoto, e degli interventi di soccorsoche vennero portati alla popolazione e agli edifici.