Eccoci al terzo numero della rivista dell'Associazione, ormai diventata un appuntamento fisso dell'estate e dell'inverno. Ancora una volta l'Associazione Emanuele Celesia è in grado di offrire ai lettori, in una veste grafica ormai consolidata, alcuni articoli veramente interessanti, che spaziano dai temi di attualità a notizie storiche, da argomenti curiosi alle tradizioni finalesi. I primi due numeri sono andati esauriti, nonostante l'Associazione ne abbia stampati migliaia.
Nel terzo numero si può apprezzare un articolo di Flavio Menardi Noguera, direttore della Biblioteca mediateca civica, che solleva un problema che non riguarda solo la Biblioteca, ma anche il Museo: due istituzioni finalesi, ben note anche al di fuori dei confini cittadini, che non trovano ormai più spazio sufficiente nella collocazione attuale.
Giovanna Fechino ci parla di un personaggio che è un "pezzo di storia" del turismo finalese: il Professor Tullio Palmero, i cui vestiti molti ricorderanno, e che sono esposti in una vetrina offerta dalla Sartoria Marika di via Brunenghi 93. Giovanna Fechino tratteggia il personaggio in modo elegante e curioso.
Le Arene Candide sono l'oggetto dell'articolo di Enrico Pamparino, un pezzo di notevole respiro, con belle immagini, che stante l'importanza dello studio richiede una seconda "puntata" che sarà pubblicata sulla rivista n. 4.
Giuseppe Testa è presente con due interessanti articoli. Il primo si intitola "Quattro passi sulla Caprazoppa": l'autore ci accompagna in una interessante passeggiata piena di storia. Il fatto che l'articolo sia opera di Pino Testa è sicuramente una garanzia, provenendo dal massimo esperto della viabilità finalese.
Il secondo articolo (La chiesa madre, la Pieve) riguarda la storia della forse più antica e certamente più importante chiesa del Finale. L'articolo è veramente intressante, tutto da leggere.
Luigi Alonzo Bixio ci regala ancora una volta un saggio del suo sapere sulle tradizioni finalesi: questa volta è una sorta di lamento, di grido di dolore, per la perdita della lingua del finale, del dialetto, che via via si sta dimenticando.
Segue un articolo bellissimo di una non finalese, ma che del Finale è innamorata: Silvia Metzeltin Buscaini scrive un articolo complesso, e molto piacevole. Ci spiega della "evoluzione" del suo amore per Finale, lei che è una grande geologa e una grande alpinista. Leggere questo articolo... fa bene!
Da una grande alpinista ad un alpinista "nostrano", uno dei massimi esperti dell'arrampicata del Finale: Marco "Thomas" Tomassini. Il suo è un articolo di ricordi, ma è anche una piccola guida delle arrampicate finalesi.
Roberto Bottini ci racconta di due grandi del Finale Giorgio Gallesio e Nicolò Cesare Garoni, e di come quest'ultimo, in giovane età, quando ancora non era assurto tra i massimi storici del finalese, scrisse del primo, in occasione della sua morte.
Si conclude con una lettera di L.B.L. ai finalesi. Si tratta in realtà di un ... mistero: la lettera è pervenuta alla redazione in forma anonima, anche se dal suo contesto appare evidente che sia stata scritta da Lorenzo Burone Lercari; sennonché Lorenzo Burone Lercari nel 2012 avrebbe la veneranda età di 201 anni. IL mistero quindi si infittisce: tuttavia l'anonimo scrittore ha promesso che invierà una seconda lettera tra sei mesi, in occasione dell'uscita del 4° numero del Quadrifoglio. Speriamo che il mistero allora si sveli. Nel frattempo la lettura di questa lettera è notevole, un insegnamento di un vecchio e saggio padri ai suoi figli. Molto bella.