Nicolò Cesare Garoni fu storico e giornalista, e pur non essendo di origini finalesi, qui egli trascorse molta parte della sua vita. Onorio, suo padre, era avvocato e aveva uno studio “entro le mura della città di Finale” (Finalborgo). Nicolò Cesare non seguì le orme paterne e si occupò delle sue passioni: letteratura, storia e politica. Egli si definiva orgogliosamente “Savonese, Ligure e Italiano”. Le prime definizioni come radici e identità, non piccolo campanilismo, la terza era un ideale in cui credeva fortemente. Terminati gli studi, si dilettò in letteratura, con una serie di novelle e romanzi. Nel 1863, su ordine del Ministro dell’Istruzione il Garoni fu trasferito dall’Università di Torino, mentre stava lavorando al riordino dell’Archivio Universitario, all’Ateneo genovese. Non è un caso isolato che un nobile illustre abbia iniziato dal lavoro di archivista. Egli divenne un esperto nella gestione degli archivi e poté così consultare documenti di ogni tipo, rendendosi conto di un enorme patrimonio “abbandonato” e per lo più sconosciuto: da scrittore generico diventò “raccoglitore” di documenti storici. La professione gli permise di essere in contatto con professori, eruditi e soprattutto con le biblioteche, gli archivi, i documenti e il mondo della cultura in genere. E’ probabile risalga a questo periodo l’idea del suo progetto di Codice Della Liguria, Diplomatico Storico Giuridico, opera fondamentale per qualsiasi studioso della storia finalese. Insieme a Vittorio Poggi diresse il giornale “Il Diario Savonese”, giornale liberale che sosteneva la politica del Cavour, che andò in stampa dal 1858 al 1860, e di cui volle fortemente l’esistenza. La pubblicazioni, che si avvaleva di firme prestigiose, fu considerata una tra le migliori dell’epoca, e alcuni dei suoi giornalisti ebbero notorietà a livello italiano.
Il Quaderno dell'Associazione ripercorre tutta la vita sua e della sua famiglia, analizzando nel dettaglio le sue opere. Così ci racconta Giuseppe Testa nella premessa al Quaderno. Il Codice del Garoni: per meglio capire questo libro, e il senso che aveva 140 anni fa quando fu scritto, in un Paese neo-unitario immerso nelle complicate vicende storiche di allora, con l’Italia fatta ed ancora qualche decina di milioni di Italiani da fare, ho intrapreso una ricerca biografica sull’Autore. Il personaggio che ho conosciuto è una figura davvero sorprendente, non il solito studioso che potevo aspettarmi, ma un uomo veramente straordinario. Nicolò Cesare Garoni è stato un enfant prodige della cultura, scrittore, giornalista e storico, ma soprattutto unpatriota, un vero Gigante del Risorgimento. Esentato dal servizio militare in quanto figlio primogenito di madre vedova coabitante con essa, abbiamo indizi della sua presenza in zone, e al tempo, delle rivolte popolari degli anni 1848-49. In ogni caso egli combatté sicuramente con la sua penna le battaglie del Risorgimento, contribuendo a costituire e permeare le coscienze, a strutturare quel substrato culturale che era necessario per il compimento del processo unitario.
Il Quaderno è arricchito da un prezioso CD che contiene il Codice della Liguria in formato PDF Searchable: in altre parole è possibile utilizzare il testo come un normale PDF con possibilità di ricerca della singola parola, facendo di questo CD uno strumento indispensabile per tutti coloro che si interessano di storia finalese.